Settore ortofrutticolo sulle spine: insidie da clima e concorrenza

Settore ortofrutticolo sulle spine: insidie da clima e concorrenza

Eventi climatici avversi continuano a piegare il settore ortofrutticolo italiano. Il comparto della frutta ha subito una notevole contrazione delle produzioni, sfiorando gli 1,6 miliardi di euro di danno tra prodotto e indotto da due anni a questa parte.

La raffica di gelate ha infatti provocato perdite rilevanti in tutta la nazione e su tutte le colture.
E la cancellazione di intere annate di lavoro si ripercuote sui portafogli dei consumatori, che devono far fronte a un carrello della spesa più costoso.

Il punto sui dati

Dopo una chiusura della stagione primaverile ed estiva che ha fatto registrare un calo tra il 40 e il 45%, il settore trema ora per la frutta autunnale e le colture tipiche della dieta mediterranea (melanzane, carciofi, cicoria, indivia, sedano e finocchi).

Non bisogna, inoltre, ignorare il peso economico del settore ortofrutticolo in Italia. Limitandosi ai numeri, tale settore garantisce 440 mila posti di lavoro (il 40% del totale in agricoltura) e un fatturato di 15 miliardi di euro l’anno, grazie all’attività di oltre 300 mila aziende.

A rappresentazione di una crisi

Il vero emblema della crisi dell’ortofrutta è, però, rappresentato dalla pera, un comparto ridotto allo stremo per il terzo anno consecutivo. Le ragioni? La combinazione di maltempo, cimice asiatica e maculatura bruna.

In Emilia Romagna si è così passati dalla abituale produzione di 20-30 tonnellate per ettaro alle 5-6 tonnellate di questi ultimi anni. La scarsa redditività ha inoltre causato la riduzione delle superfici destinate ai pereti, rimpiazzati da coltivazioni di albicocche, kiwi e mele o da produzioni cerealicole. 

Comparti in sofferenza

Un altro comparto in ginocchio, a causa di moria e gelate, è quello del kiwi a polpa verde, che registra un deficit produttivo superiore al 40%. Dato che attesta la perdita del primato mondiale della produzione, a favore della Grecia.
Non va molto meglio per cachi, castagne e marroni: la produzione soffre un calo di 2-2.5 quintali per ettaro rispetto all’anno precedente. 

Speranze e criticità

A resistere e convincere restano il comparto delle mele (produzione stimata a circa 2 milioni di tonnellate per il 2021) e quello agrumicolo, seppur in calo a causa dei danni provocati dall’alluvione.

Ma gli operatori del settore ortofrutticolo tengono il fiato sospeso; il timore è che l’export, saldo nei primi sei mesi dell’anno, possa subire una battuta d’arresto.
E quali saranno le ripercussioni relative al consolidamento del trend della frutta esotica? Riusciranno le riconversioni delle coltivazioni italiane in frutta tropicale a reggere l’urto di un mercato in evoluzione?

Fonte: Il Sole 24 Ore

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