Che non si parli solo delle Big Four! Questo è il messaggio che riecheggia alla chiusura della dodicesima edizione della Expo Central China 2021.
Tenutosi dal 21 al 23 maggio a Taiyuan, nella provincia cinese dello Shanxi, l’evento ha coinvolto oltre 1000 aziende, provenienti da 15 Paesi, tra cui si contano più di 200 multinazionali.
I temi centrali dell’Expo 2021 sono stati “Apertura, cooperazione, trasformazione e innovazione” e hanno ispirato 71 eventi.
Alla scoperta della Cina Centrale
La regione centrale della Cina comprende sei province: Shanxi, Henan, Anhui, Hubei, Hunan e Jiangxi. Tali province stanno segnando una forte ripresa, grazie agli stessi concetti chiave utilizzati per definire l’edizione del 2021: apertura e trasformazione industriale.
Questa regione ha registrato un’impressionante crescita economica negli ultimi anni. Considerando il periodo 2016/2019 il PIL delle sei province è aumentato da 16.100 miliardi di yuan (circa 2.500 miliardi di dollari) a 21.900 miliardi di yuan (più di 3.400 miliardi di dollari).
Una regione strategica
L’obiettivo dell’Expo Central China 2021, come ha dichiarato il viceministro del commercio cinese Wang Shouwen, era quello di far assumere alla regione centrale un ruolo fondamentale per la creazione di un nuovo progetto di sviluppo.
E i dati non l’hanno smentito. Secondo gli organizzatori dell’evento, le sei province hanno infatti ottenuto 433 progetti di investimento: 25 finanziati dall’estero per un valore di 1.96 miliardi di dollari e 408 da investitori nazionali per un totale di 89.2 miliardi di dollari.
E la strategicità di questa regione non si limita a un dato economico, ma anche a uno settoriale. Le aziende dello Shanxi che hanno preso parte all’evento sono infatti impegnate in settori dinamici e cruciali come l’informatica, la biomedicina, lo sviluppo di nuove energie e materiali e le fabbricazioni avanzate.
Un monito alle aziende
Tali motivazioni spingono Lorenzo Ricciardi, direttore finanziario della Camera di Commercio Italiana in Cina, a reclamare una maggiore attenzione per questo territorio poco esplorato dalle aziende.
L’organizzazione di fiere di simile portata, l’istituzione di zone di libero scambio e la concessione di incentivi sono segnali di un’apertura agli investimenti stranieri da non lasciarsi sfuggire.
La Cina non è più dunque solo la sua parte orientale, ormai satura di investitori stranieri; le province centrali richiamano l’attenzione e premono per balzare al centro dei mercati.
Fonti: Ansa, ChinaDaily
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